Saigon e così sia
Oriana FallaciAlla preparazione di quest’opera la Fallaci si era dedicata a più riprese, ancora nei mesi precedenti la sua scomparsa nel settembre del 2006, spinta dal desiderio di completare la sua testimonianza della guerra nel Sud-Est asiatico. Era stato il governo comunista di Ho Chi Minh a invitarla, nel 1969, dopo gli articoli dal Vietnam del Sud pubblicati da “L’Europeo” e tradotti nel mondo intero. Oriana si fa ricevere dal generale Giap, parla con le giovani donne impegnate nella difesa antiaerea, incontra due prigionieri americani. Quando la guerra si sposta in Cambogia, raggiunge Phnom Penh e scrive dei Khmer rossi e del corrotto e astutissimo re Sihanouk. È di nuovo a Saigon mentre avanzano nordvietnamiti e vietcong, “…gli angeli vendicatori con la loro spietata incorruttibilità”.
La Fallaci è come sempre in prima linea e il suo giudizio è coraggioso e netto: “Gli elementari diritti delle creature sono infranti sia a Saigon che ad Hanoi, da nessuna parte della barricata v’è la risposta alle nostre speranze”.